La dinamica evolutiva dell’impresa

La capacità evolutiva del sistema dipende in primo luogo dall’organo di governo, che con le sue decisioni influenza la struttura operativa del sistema; dipende poi dalla capacità delle componenti strutturali ad 1 4 2 3 assecondare e a tradurre in risultati soddisfacenti le indicazioni e i percorsi che emergono dalle decisioni di governo. L’azione di governo emerge come modifica in senso evolutivo della struttura → sviluppo impresa = successione di modificazioni della struttura. Tale evoluzione è in grado di esprimere una rappresentazione della dinamica dell’impresa. IL GOVERNO DELL’IMPRESA: UN PROCESSO CONTINUO DI INDIVIDUAZIONE E SCELTA DI ALTERNATIVE DI SVILUPPO NEL BREVE E NEL LUNGO PERIODO Nella prospettiva dell’organo di governo l’evoluzione dell’impresa si manifesta attraverso una successione di stati di equilibrio che è la risultante di:

1. Decisioni di governo nella sua interazione con la struttura operativa: il primo la guida e vincola al fine di raggiungere gli obiettivi prestabiliti;

2. Decisioni di gestione, delegate dall’organo di governo ad organi direzionali responsabili dell’evoluzione dei vari subsistemi di cui la struttura operativa si compone, al fine di sfruttare al meglio le sue potenzialità di funzionamento. Dobbiamo ricordare che:

a) Le scelte strutturali implicano il sostenimento di costi di struttura;

b) La validità della struttura ha una durata limitata nel tempo, tanto più breve quanto meno questa si dimostra adeguata alla realizzazione di condizioni di consonanza e risonanza;

c) La validità nel tempo della struttura è influenzata dalla dinamica del contesto, quale insieme di sovra sistemi;

d) Le traiettorie evolutive del sistema impresa sono ristrette conformemente alla sua natura di sistema vitale e all’attività dell’organo di governo;

e) A parità di costi di struttura il sistema può manifestare una maggiore o minore efficienza. Definiamo:

• ST la struttura specifica dell’impresa al tempo T;

• CST i costi di struttura, ossia le varie capacità incorporate nel sistema Tale struttura rappresenta, al tempo T, l’insieme di opportunità e vincoli che, con le loro interazioni, determinano la legge dei possibili cambiamenti di stato a essa associata. Quindi l’azione di governo dell’impresa si estrinseca:

a) Nell’indirizzare il sistema a sfruttare le opportunità connesse alle capacità incorporate in St nel rispetto dei vincoli che caratterizzano la struttura specifica stessa = guidare il sistema attraverso una successione di stati di equilibrio che si qualificano per più elevati livelli di efficienza, efficacia e redditività; gli stati del sistema compatibili con una determinata struttura sono un numero limitato;

b) Nel progettare e realizzare nuove strutture specifiche → devono tener conto di quella preesistente e delle pressioni che vengono dai sovra sistemi Le modificazioni strutturali possono distinguersi in:

• Adeguamenti: le componenti della struttura non cambiano ed eventuali modifiche interessano solo le componenti più facilmente modificabili in limitati intervalli di tempo; mutano invece le relazioni tra le componenti stesse;

• Trasformazioni: richiedono più lunghi tempi di attuazione, in quanto interessano componenti che per loro natura sono più difficilmente modificabili. Dunque l’azione di governo si trova a dover armonizzare il progressivo contrarsi dell’intervallo di tempo di relativa costanza strutturale, con l’esigenza di progettare nel tempo e realizzare in tempi rapidi modificazioni anche significative della struttura.

I costi di struttura: loro significato nel processo di sviluppo I costi di struttura sono quei costi che l’impresa andrà a sostenere nell’intervallo di tempo ∆t in relazione sia alle capacità incorporate nella struttura sia al conseguente spazio/opportunità per l’azione di governo che si è ritenuto di realizzare, vincolato alla varietà dei fenomeni di contesto e alla loro variabilità nel tempo. Formulazione del budget di esercizio: già nell’esercizio precedente, l’impresa predispone il piano relativo all’esercizio successivo: due sono le alternative per conseguire gli obiettivi di budget di esercizio:

1. Sostanziale invarianza della struttura → St = St+1 (solo azioni di adeguamento)

2. Varianza della struttura (vere e proprie trasformazioni) → St+1 avrà una diversa entità dei costi di struttura. La configurazione strutturale in un certo istante è pertanto la risultante sia degli adeguamenti che delle trasformazioni avviate in periodi precedenti, questo complesso di adeguamenti e trasformazioni conferisce alla struttura una continua variabilità nel tempo. Da ciò deriva che:

a) Quanto maggiore è il dinamismo imprenditoriale e più elevati sono i saggi di sviluppo assunti come obiettivi, tanto più rilevanti saranno i finanziamenti occorrenti alla copertura dei programmi di investimento che scaturiscono dalle attività di sviluppo stesse.

b) L’ammontare dei finanziamenti reperibili dipende dai flussi di reddito accumulati in epoche anteriori e dai flussi che si generano contestualmente alla realizzazione delle modificazioni strutturali. Interconnessione tra adeguamenti e trasformazioni → gli adeguamenti sono più sicuri e determinanti a evitare che la mancanza di fondi renda le trasformazioni impossibili o comunque meno appetibili. Dunque le modificazioni devono consentire una dinamica evolutiva dell’impresa, assicurando alla stesso tempo un adeguato flusso reddituale.

L’individuazione e la scelta di alternative di sviluppo: possibilità e limiti dei modelli teorici Esistono svariati modelli per la formulazione delle strategie aziendali: IL MODELLO COSTI, RICAVI, CONTRIBUZIONE, PROFITTO L’azione di indirizzo dell’organo di governo tiene in considerazione i diversi elementi che determinano le caratteristiche dei flussi dei costi, dei ricavi e dunque del profitto, in quanto tutte le sue decisioni imprenditoriali mirano ad una sempre maggiore efficienza. Questa azione è però difficile, in quanto:

1. Il conseguimento di un flusso reddituale di maggiore intensità può essere ottenuto agendo sul flusso dei ricavi, su quello dei costi, oppure su entrambi;

2. Diverse possono essere le grandezze sulle quali agire per modificare i flussi;

3. Tra le grandezze determinanti i flussi possono sussistere interrelazioni. È necessario dunque un modello che rappresenti le relazioni tra dette grandezze rilevanti, per fornire una base di valutazione circa la validità di possibili alternative di governo.

La distinzione tra costi di struttura e costi di utilizzo della struttura

Costi di struttura, CS: sono conseguenza delle decisioni dell’organo di governo in merito alle capacità che caratterizzano la struttura specifica in vista di assicurarne la potenzialità ad accompagnare e sostenere la progettata dinamica evolutiva del sistema → flussi di servizi connessi a capacità specifiche dell’impresa, che ritiene di poter remunerare nel corso della sua dinamica evolutiva, indipendentemente dal suo livello di attività, in quanto ritenute essenziali dall’organo di governo. La variazione dei costi di struttura si associa a modificazioni strutturali di ampia portata, decise dall’organo di governo → nuovo schema organizzativo, nuova struttura specifica, nuovi costi di struttura. Modalità di negoziazione seguite dall’impresa per assicurarsi la disponibilità di capacità che danno origine a costi di struttura: l’acquisizione delle capacità della nuova struttura specifica potrà avvenire attraverso schemi organizzativi diversi, con ricorso a entità esterne all’impresa, con forme negoziali diverse, cosicché la nuova struttura specifica sarà caratterizzata da un costo di struttura qualificato da un determinato grado di rigidità → l’organo di governo tiene conto anche della rigidità dei costi di struttura. L’operare di una struttura per la produzione di un output comporta l’acquisizione, l’impiego e il consumo di risorse; tale consumo trova quantificazione nei costi di utilizzo della struttura, CU. Tali costi variano in relazione alle possibilità di utilizzo della struttura (es: miglioramenti tecnici degli impianti si riflettono sui costi di utilizzo). La discriminazione tra costi di struttura e costi di utilizzo si fonda sul ruolo che la capacità in analisi riveste nel contesto della struttura specifica e nell’azione di governo del sistema:

• I CS hanno valenza strategica in merito al conseguimento degli obiettivi del sistema e dunque non variano nei vari stati del sistema che riflettono la struttura specifica;

• I CU si qualificano sulla base delle specifiche scelte poste in essere in vista dell’efficiente utilizzo della struttura → si spiega perché, a struttura specifica invariante, il sistema impresa assuma stati diversi, la cui successione è manifestazione del progressivo miglior utilizzo delle risorse. La qualifica che l’organo di governo deve dare ad una capacità, di CS o di CU, è fortemente influenzata dal contesto: es: conviene internalizzare una capacità che sia ritenuta strategica in un quadro di crescente competitività. Rapporti di negoziazione, impostazioni gestionali e rigidità dei costi Costi tipicamente qualificabili come costi di utilizzo possono essere letti come di struttura; ciò consegue a situazioni di contesto quali:

• La scarsa reperibilità di determinate risorse sul mercato che assumono un particolare rilievo rispetto all’esigenza dell’organo di governo di accrescere la probabilità di sopravvivenza del sistema;

• Le strutture di negoziazioni divenute tipiche per consuetudine, debbono essere accettate dall’impresa, nonostante rimangano zone per la libertà di negoziazione del contraente. In queste zone agisce l’organo di governo per fare in modo che i flussi di servizio di programmata utilizzazione siano caratterizzati da minore rigidità e dunque da una più rapida capacità di adattamento ai cambiamenti. Il rapporto impresa-mercato e la variabilità del flusso dei ricavi L’azione di governo è condizionata anche dall’incertezza e variabilità delle possibilità di collocamento del proprio output. È necessario un modello che sia capace di descrivere e valutare:

1. Linee di comportamento dell’impresa conseguenti ad adeguamenti (costanza dello schema organizzativo definito con nuova struttura specifica);

2. Trasformazioni (costanza dello schema organizzativo di massima ma variazioni dello schema organizzativo definito);

3. Ristrutturazioni (modificazioni dello schema organizzativo di massima). Il profitto nelle teorie economiche Teoria economica tradizionale: PROFITTO = remunerazione del capitale di rischio; Teoria economica francese: PROFITTO = remunerazione lorda del capitale e dei manager per le capacità imprenditoriali ed organizzative; Teoria economica austrica (Shumpeter): PROFITTO = extraprofitto spettante all’imprenditore innovatore. Il profitto nella logica produttiva e nella logica distributiva Logica produttiva (logica tipica del capitalismo manageriale):

• Il profitto come ricchezza residua che appartiene all’impresa generatrice dello stesso; –

• il profitto come semplice differenza tra ricavi e costi, a prescindere dai soggetti che ne beneficeranno;

• il profitto deve essere prioritariamente destinato al ripristino della capacità via via consumate e allo sviluppo di nuove capacità per lo sfruttamento delle opportunità di crescita e di innovazione.

• il profitto come strumento, la cui dimensione e formazione deve essere adeguata alla fase evolutiva dell’impresa. Logica distributiva (logica tipica del capitalismo finanziario):

• il profitto deve remunerare prioritariamente i soggetti che apportano capitale di rischio;

• il profitto come traguardo, la cui dimensione e formazione deve essere adeguata alla soddisfazione della proprietà in termini di congrua remunerazione;

• il profitto tende ad essere “contrattualizzato”. La contrattualizzazione determina un vincolo nell’azione di governo dell’impresa, ad esempio favorendo il perseguimento solo di obiettivi realizzabili nel breve periodo. Dall’orientamento al profitto all’orientamento al valore Negli ultimi decenni si assistito ad uno spostamento di attenzione dal profitto a valore economico. In generale, il valore esprime il potere d’acquisto di una determinata attività economica, fondato sulla combinazione tra prospettive reddituale e rischio della stessa. Valore economico = Grandezza attuale determinata da prospettive future. Il profitto e le sue componenti

 • P = R – CT

• CT = CU + CS

• P = R -CU-CS P= profitto CT = costi totali R = ricavo CU = costi di utilizzo CS = costi di struttura

• P = p*q – cu*q – CS

• Mc = p – cu

 • P = q*mc – CS p = prezzo unitario di vendita cu = costo unitario di utilizzo q = quantità prodotte mc = margine di contribuzione unitario

• P = q*(p – cu) – CS -p dipende: dal valore del prodotto generato dall’impresa, così come percepito dal mercato; dalla forza contrattuale dell’impresa -cu dipende: dal set di fornitori; dal luogo di fornitura; dalla forza contrattuale dell’impresa. – q dipende: dalla dimensione della domanda; dall’elasticità negativa della domanda rispetto al prezzo; dalla capacità produttiva a sua volta correlata a CS. – CS dipende principalmente da scelte natura strategiche.

Impianto metodologico del modello di analisi

La dinamica evolutiva si concretizza con la formulazione di un budget relativo a un periodo di tempo nel quale trovano specificazione la composizione del mix, i costi di utilizzo unitari e i prezzi unitari di collocamento dell’output.

Il tasso di contribuzione e le grandezze d’equilibrio

Il tasso di contribuzione esprime il quantum disponibile per ogni euro di ricavo per la copertura dei costi di struttura. Il tasso di contribuzione ha un campo di oscillazione compreso tra 0 e 1: In alcuni casi particolari, tuttavia, il TC può assumere valori negativi:

• durante offerte promozionali che determinano TC<0 per un periodo limitato;

• per imprese operanti nel campo delle utilities che, causa prezzi amministrativi, operano costantemente con TC<0.

È quindi possibile, nell’ambito dell’intervallo di tempo considerato, esprimere analiticamente le linee di comportamento dell’impresa con l’individuazione delle funzioni ricavo totale, costo di utilizzo della struttura, costo totale e profitto al variare dei livelli di attività. Variazioni del costo unitario di utilizzo e/o del ricavo unitario segnalano il passaggio ad un nuovo stato, sij + 1; l’analisi riguarda imprese multiprodotto.

PROBLEMA: individuare il parametro in relazione al quale esprimere i diversi livelli di attività aziendale.

Introduciamo dunque la grandezza “unità di mix” che rappresenta una combinazione dei diversi prodotti dell’impresa che si caratterizza per la partecipazione dei prodotti medesimi in proporzione alla loro incidenza sulla produzione globale. A tali unità è dunque possibile associare un ricavo unitario e un costo unitario di utilizzo della struttura che rappresentano la media ponderata dei prezzi e dei costi unitari di utilizzo della struttura per i diversi prodotti.

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