L’impresa in chiave dimensionale

Il concetto e le misure della grandezza dell’impresa sono influenzati dalle finalità conoscitive del soggetto che su di esse si vuole informare e dall’oggetto a cui la dimensione si riferisce.

Rispetto alla grandezza e alla forma, la dimensione viene misurata attraverso l’impiego di grandezze quantitative oppure mediante il ricorso a tratti qualitativi;

Gli approcci quantitativi

Variabili considerate:

  • numero di addetti ovvero numero medio mensile di addetti; limiti di tale variabile: risente dei gradi di meccanizzazione dei processi produttivi: un’impresa potrebbe essere considerata più piccola solo perché utilizza maggiormente meccanismi di automazione che richiedono meno lavoro per produrre la stessa quantità di prodotto;
  • capitale investito netto = attività dello stato patrimoniale al netto dei fondi; limiti: variabile influenzata dal metodo contabile utilizzato, dall’inflazione, e non tiene conto della composizione del capitale (liquidità o immobili?)
  • totale delle quantità prodotte dall’impresa in un determinato periodo; limiti: impossibilità di confrontare tra loro attività produttive eterogenee.

Tipici indicatori della dimensione aziendale utilizzano le quantità prodotte, in termini di fatturato= unità vendute x prezzo unitario, o in termini di valore della produzione = unità prodotte x prezzo unitario → si trasformano così le quantità in valori, facilitando la comparabilità tra imprese. Limiti: dipendenza dai prezzi e dunque dall’inflazione, e dalla grandezza del mercato in cui l’impresa opera;

  • valore aggiunto = differenza tra fatturato e costi esterni di produzione; limiti del fatturato e del valore della produzione + dipendenza dal livello di integrazione verticale dell’impresa.

Nella prassi, visti i limiti di ciascuna variabile, in genere si utilizzano congiuntamente più criteri → distinzione tra micro impresa (meno di 10 occupati e fatturato annuo non superiore a 2 milioni), piccola impresa (meno di 50 occupati e fatturato non superiore a 10 milioni) e media impresa (meno di 250 occupati e fatturato annuo non superiore a 50 milioni) →  unisce più criteri per realizzare tale distinzione.

Gli approcci qualitativi

  • Distinzione tra impresa artigiana e piccola impresa industriale basata sul grado di automazione e standardizzazione delle combinazioni produttive
  • Distinzione tra piccolo impresa e media impresa si basa sul grado di articolazione e strutturazione dell’organizzazione aziendale.
  • Distinzione tra media impresa e grande impresa basata sul differente potere di mercato.
  • Distinzione tra grande impresa e impresa multinazionale si basa sull’ampiezza dei mercati serviti a livello internazionale.

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