L’attività innovativa cooperativa: gli accordi di licenza

L’attività innovativa cooperativa

Il processo di globalizzazione delle economie, l’aumentata complessità della dinamica innovativa, l’accelerazione del processo di obsolescenza delle tecnologie hanno obbligato le imprese a sviluppare delle relazioni di cooperazione che rendano disponibili competenze/risorse differenti e permettano di condividere i rischi e i costi connessi allo sfruttamento delle opportunità tecnologiche l’attività innovativa deve aprirsi all’esterno alimentandosi di risorse e conoscenze generate da altre imprese ed istituzioni.

Le modalità con cui la cooperazione tecnologica si realizza sono molteplici: ci soffermiamo sugli accordi cooperativi.

L’attività innovativa cooperativa: gli accordi di licenza

Licenza = accordo destinato al trasferimento di tecnologia tra un’impresa licenziante ed un licenziatario in cambio di un canone fisso, di royalties o di entrambi.

Effetti dal punto di vista della dinamica innovativa:

  1. Da una parte tale accordo accresce il valore atteso del brevetto con il risultato di inasprire la concorrenza per l’ottenimento dell’innovazione;
  2. Dall’altra parte aumenta il premio di arrivare secondi nella gara per l’acquisizione del brevetto e quindi incentiva gli inseguitori a rimanere tali.

Il risultato finale è incerto.

Distinguiamo gli accordi di licenza in:

  1. Accordi stipulati dopo aver ottenuto l’innovazione accordi ex post
  2. Accordi stipulati prima di cominciare ad investire in R&S accordi ex ante

Gli accordi ex post possono essere ulteriormente distinti in:

  1. Accordi ex post che riguardano un’innovazione drastica
  2. Accordi ex post che riguardano un’innovazione non drastica

Differenza cruciale per stabilire quale sia il contratto ottimale per il licenziante (tassa fissa o schema di pagamenti che prevede una parte fissa e una royalties commisurata alla quantità prodotta).

Kamien e Tauman (1986): hp struttura di mercato formata da 2 imprese; una specializzata in attività di ricerca che sviluppa la tecnologia innovativa (licenziante) e un’impresa a valle (licenziatario) che utilizza questa tecnologia come bene intermedio per la produzione di un certo bene finale.

Obiettivo definire un contratto ottimale per la cessione del diritto di proprietà intellettuale.

  • Caso di innovazione drastica: il licenziante è in grado di appropriarsi totalmente del sovrappiù generato dall’impresa manifatturiera imponendo esclusivamente un canone fisso. Se poi il mercato a valle non è un monopsonio (un solo acquirente) ma è formato da n>1 imprese, allora il licenziante cederà la tecnologia ad una singola impresa, quella disposta a pagare il prezzo più elevato per la licenza. Se così non fosse il mercato a valle passerebbe da una configurazione di monopolio a una struttura oligopolista, con la relativa diminuzione dei profitti delle imprese diminuzione della rendita di cui potenzialmente può appropriarsi il licenziante nel trasferimento del brevetto.
  • Caso di innovazione non drastica: cambia la struttura del mercato a valle anche le imprese che non hanno ottenuto la licenza possono continuare a sopravvivere nel mercato producendo con la vecchia tecnologia ciò comporta inefficienze e dissipazione della rendita. In ogni caso l’equilibrio che si ottiene con la licenza è paretianamente migliore di quello senza licenza: con la licenza i profitti delle imprese non variano, in quanto i costi di produzione con la nuova tecnologia + il pagamento della licenza, eguagliano i costi con la vecchia tecnologia, ma il licenziante si appropria della tassa relativa alla licenza (caso di oligopolio in cui l’impresa innovatrice fa parte dell’oligopolio stesso).

Invece, per quanto riguarda gli accordi di licenza ex ante = cessione della tecnologia prima che cominci l’attività innovativa tali contratti assumono una valenza di tipo strategico le imprese insediate cedono i loro diritti di proprietà sull’innovazione per influenzare le decisioni di entrata dei potenziali concorrenti ed evitare forme di concorrenza più costose.

GALLINI (1984): ipotesi: mercato con un’impresa insediata (I) ed una potenziale entrante (E) che concorrono per introdurre un’innovazione di processo destinata a ridurre i costi medi di produzione. Costi unitari di produzione: , mentre le spese di ricerca sono un costo fisso = δ. Definiamo la probabilità di ottenere l’innovazione e cioè la probabilità che . Ipotizziamo che, una volta ottenuta l’innovazione, essa sia protetta da un brevetto di una durata ragionevolmente lunga da rendere significativo il valore del contratto di licenza.

  • Gioco a due stadi: nello stadio iniziale I decide se offrire il contratto di licenza, nel second stadio, qualora l’offerta venga accettata, le imprese decidono simultaneamente i loro investimenti in R&S.
  • Al tempo vi è asimmetria tra le due imprese, in quanto I produce con la tecnologia , ottenendo un flusso di profitti pari a ; invece l’impresa E produce a costi più elevati e rimane fuori dal mercato, ottenendo un flusso di profitti nullo.
  • Innovazione drastica e asimmetria negli incentivi equilibrio = contratto di licenza che permette alle imprese di cessare i propri investimenti in R&S. In equilibrio entrambe le imprese produrranno con la tecnologia e si spartiranno i profitti di duopolio: , senza affrontare ulteriori investimenti in ricerca.

Conclusioni di Gallini: un contratto di licenza ex ante ha un duplice risultato: da una parte, annulla gli incentivi ad investire in R&S, dall’altro favorisce una minore concentrazione dei mercati. Da un punto di vista sociale beneficio derivante dall’aumentata concorrenza nel mercato e dalla non duplicazione degli sforzi di ricerca con la correlata diminuzione dei costi. Però, in un’ottica di lungo periodo, tale strategia limita lo sviluppo di capacità tecnologiche e know how tecnico originale, rafforzando la dipendenza tecnologica del licenziatario dal licenziante e danneggiando la performance del settore.

ROCKETT (1989-90): l’impresa insediata preferisce stipulare un contratto di licenza con un’impresa più debole in modo da saturare il mercato ed escludere le rivali più competitive. Il licenziatario può così mantenere una posizione di monopolio anche dopo che il brevetto abbia esaurito la sua durata legale, senza incorrere in costosi investimenti in capacità produttiva.

YI (1999): mercato con un’impresa insediata e due potenziali entranti; per l’impresa insediata è ottimale un contratto ex post (differenza con Gallini) e preferisce stipulare un contratto di licenza con l’impresa più forte (differenza con Rockett). Minaccia di accordi con l’impresa più debole disincentiva ulteriori investimenti in R&S e rende più conveniente una Research Joint Venture (RJV) tra le due potenziali entranti.

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