Il modello di Lewis

In base a questo modello la crescita e lo sviluppo sono resi possibili dall’estrazione di surplus dal settore “arretrato”, che viene investito in un altro settore –> studia la trasformazione strutturale.

IPOTESI del modello:

  • l’economia ha una struttura duale: è composta da un settore tradizionale e da uno moderno (Lewis immaginava il settore agricolo);
  • la produttività marginale del lavoro nel settore tradizionale è pari a 0 –> si tratta di una realtà comune –> eccedenza di forza lavoro –> forza lavoro inefficiente;
  • nel settore tradizionale vi è surplus di lavoro che può essere trasferito da questo settore a quello moderno senza ridurre il prodotto aggregato (visto che tato la produttività è pari a 0).
  • i salari nel settore tradizionale sono di sussistenza;
  • i salari nel settore moderno sono invece più alti –> vi è un “wage premium”, ossia un differenziale salariale, concesso, ad esempio, per compensare la necessità di spostarsi per andare a lavorare; questo salario aumenta con la crescita dell’economia, a differenza di quelli nel settore tradizionale che invece sono fissi;
  • i capitalisti nel settore moderno possono impiegare il numero di lavoratori che desiderano;
  • i capitalisti reinvestono completamente tutti i loro profitti.

Condizioni per l’inizio del processo di crescita:

  • Il settore moderno offre occupazione ad un salario maggiore di quello agricolo, fornendo dunque un incentivo a lasciare il settore tradizionale;
  • Visto che l’offerta di lavoro è ipotizzata illimitata e visto che nel settore tradizionale la produttività marginale del lavoro è pari a 0, il trasferimento dei lavoratori non riduce il livello di produzione agricola;
  • la differenza tra la produttività del lavoro (>0 nel settore moderno) ed il salario nel settore moderno, determina il profitto –> quest’ultimo, essendo per ipotesi completamente reinvestito, rende possibile un aumento dell’investimento, allargando così la base produttiva e generando un cambiamento della struttura economica e un processo di industrializzazione (= espansione del settore moderno);
  • questo processo di interrompe quando il salario nel settore tradizionale cresce a causa della riduzione dell’eccesso di manodopera.
Il modello di Lewis graficamente

I due grafici a sinistra rappresentano il settore moderno, quelli a destra il settore tradizionale.

Il processo di accumulazione inizia così:

Spiegazione dei grafici

Si tratta quindi di un modello che descrive la trasformazione strutturale di una economia di sussistenza; tra il 1950 e il 1970 tale modello ha rappresentato la teoria per descrivere il processo di sviluppo nelle economie con surplus di lavoro = eccesso di offerta di lavoro rispetto alla domanda per dato salario di mercato.

Conclusione del modello: l’espansione dell’occupazione e la crescita auto-sostenuta nel settore moderno continua fino a quando il surplus di lavoro è assorbito nel settore moderno; lavoratori addizionali, oltre questo punto, possono essere trasferiti solo ad un costo crescente (in termini di produzione agricola). Quindi, in questa visione, il settore tradizionale svolge una funzione di sostegno al settore moderno –> in base a come viene interpretato questo “settore moderno” cambiano le implicazioni di policy.

Limiti del modello di Lewis:

  • Non è generale: è fortemente collegato alle assunzioni di base;
  • l’assunzione del surplus di lavoro è tecnicamente non chiara: non si spiega perché dovrebbe esistere nelle zone rurali; in ogni caso, se esistesse, darebbe vita a disoccupazione che verrebbe assorbita dalla riduzione dei salari (visione neoclassica). Inoltre il costo per spostarsi nella zona di lavoro potrebbe essere talmente alto da far venir meno il vantaggio del wage premium;
  • i profitti non sono sempre re-investiti totalmente: i comportamenti delle elite nei PVS sono spesso complessi e se anche i loro profitti li re-investono, spesso non lo fanno nel loro Paese ma all’estero;
  • il fatto che i salari non varino nel settore moderno è un’assunzione molto forte;
  • i profitti potrebbero essere re-investiti in macchinari labour-saving (situazione molto più realistica) –> se ciò accadesse, l’aumento di K non aumenterebbe la produttività del lavoro, ma anzi farebbe diminuire la quantità di lavoratori;
  • l’industria richiede lavoratori specializzati che nel settore tradizionale non esistono –> problema che deriva dal fatto che i lavoratori nel settore tradizionale sono unskilled.

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