La tragedia a Liverpool-Roma

Solo pochi giorni fa, il 24 aprile, due tifosi romanisti in trasferta a Liverpool per la semifinale di champions league hanno causato il coma irreversibile del cinquantenne Sean Cox, brutalmente aggredito senza un senso.

I ragazzi gli avrebbero dato un pugno con una cinghia attorno alla mano: l’uomo, a causa del colpo, è caduto a terra e ha sbattuto gravemente la testa, entrando in coma: un sonno dalla durata indefinita, al quale sua moglie, a quanto pare dalle interviste, vorrebbe porre fine, per far riposare in pace suo marito.

Una vita spenta, una famiglia spezzata, un dolore indescrivibile e insopprimibile di una donna, moglie, a cui è stato sottratto l’amore della sua vita; e dei tre figli, a cui nessuno potrà mai ridare un padre.

Tutto ciò per cosa? Cosa aveva fatto di così grave quest’uomo? Voleva semplicemente andare a seguire la sua squadra del cuore, pensando che avrebbe trascorso una bella serata in compagnia del fratello: sicuramente non si sarebbe mai aspettato di doversi trovare, indifeso, di fronte a delle vere e proprie “bestie”: solo definirli “ragazzi” o “uomini” mi sembra scorretto, perché chiunque si accinga, anche senza l’intenzione di uccidere, ma sicuramente con quella di ferire, un altro essere umano innocente ed indifeso, non è degno di essere chiamato in questo modo, perché di umano non ha assolutamente nulla.

Di fronte a questo atto si può provare solo ribrezzo e vergogna per il genere umano stesso, e ovviamente pietà e compassione per tutta la famiglia della vittima, che in nessun modo potrà essere ricompensata di una tale perdita.

Eppure alcuni, commentando su Facebook, continuano a scrivere “Liverpool merda!”, “liberi subito!” ( riferito ai due “ragazzi” autori di questo massacro, che mi auguro, come molti spero, che trovino una pena più che adeguata alla loro colpa), addirittura “a disposizione per eventuali spese di rilascio”.

Ma allora mi chiedo: ma in che mondo viviamo? Gli uomini conoscono ancora il significato della parola ” giustizia” e soprattutto quella di “rispetto” ? Chi difende questi ragazzi sa cosa vuol dire perdere un padre o un marito? Sa che la stessa cosa sarebbe potuta accadere a suo figlio?

Mi auguro che almeno questa volta la giustizia faccia il suo giusto corso, e che punizioni di rilievo saranno adottate in questi giorni stessi per evitare che in futuro tali disgrazie accadano ancora.

Il calcio è solo uno sport, la violenza è nemica della sportività.

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