Le grandezze qualificanti l’operatività del sistema
• Costi di struttura CS
• Ricavo di equilibrio R
• Tasso di contribuzione TC
• Profitto P(R) Attraverso tali grandezze è possibili seguire la dinamica evolutiva dell’impresa.
• Il ricavo di equilibrio, rapporto tra CS e TC è una rappresentazione sintetica dello stato sij;
• Il tasso di contribuzione indica attraverso il costo di utilizzo unitario della struttura l’efficienza dei processi tecnici e le impostazioni negoziali adottate per l’acquisizione dei fattori; indica inoltre i rapporti impresa-mercato in generale → indica la capacità dell’impresa a utilizzare proficuamente le capacità incorporate.
• Costi di struttura = costi di capacità che l’organo di governo considera strategici. La curva di isocosto di struttura quale legge dei cambiamenti di stato del sistema associata alla struttura ST Gli adeguamenti La relazione ? ∗ = ?? ?? ossia ? ∗ ∙ ?? = ?? può essere rappresentata graficamente con la curva denominata “isocosto di struttura” → rappresenta la legge dei cambiamenti di stato del sistema associata alla struttura specifica S1 caratterizzata dai costi di struttura CS1. S1 = curva di isocosto → rappresenta la successione degli stati s1j, compatibili con le capacità che trovano rappresentazione contabile nei costi di struttura CS1, qualificanti la struttura specifica S1:
Ricordando che ?? = 1 − ?? ? , e assumendo che 0 ≤ cu ≤ p e che 0 ≤ TC ≤ 1 → la curva di isocosto di struttura è una iperbole equilatera avente per asintoti l’asse delle ordinate e l’asse delle ascisse e che passa per il punto di coordinate R = CS1 e TC = 1. Essa viene a rappresentare il luogo dei punti rappresentativi degli stati di equilibrio del sistema tutti compatibili con la struttura S1 e qualificati da TC e R* diversi. Il tratto di interesse della curva di isocosto è quello delimitato dai punti di coordinate: ?₁₁ = (?₁₁; ??₁₁) ?₁₂ = (?₁₂; ??₁₂) Che rappresentano il primo e l’ultimo stato di equilibrio conseguenti all’utilizzo delle capacità incorporate in S₁. Nel passaggio dallo stato di equilibrio 1 allo stato di equilibrio 2 si esplica un processo evolutivo che è il risultato congiunto dell’azione di governo imprenditoriale e dei processi di auto-organizzazione che consentono il sempre più spinto e razionale utilizzo delle capacità incorporate nell’impresa con i conseguenti riflessi sull’attitudine a generare profitto indipendentemente dalle entità dei ricavi. È opportuno rilevare che nel periodo di tempo ∆t di sostanziale invarianza dei costi di struttura, il fattore tempo è di rilevante importanza. Infatti:
• Quanto più breve sarà il periodo di tempo necessario per passare da s11 a s12, tanto migliore sarà il risultato dell’azione di governo;
• Quanto maggiore sarà il tempo ∆t di vigenza dello stato s12, tanto più proficuamente verrà utilizzato il complesso di capacità incorporate nella struttura S1 → l’ampiezza di ∆t è correlata con le scelte strutturali qualificanti S1, in quanto condizionanti la possibilità di mantenere condizioni di equilibrio intra e inter-sistemico senza dover realizzare trasformazioni strutturali; il passaggio da s11 a s12 rappresenta dunque un adeguamento strutturale → le componenti della struttura non cambiano, ma cambiano le relazioni tra di esse. Il modello analizzato consente di quantificare ex ante e verificare ex post i risultati attesi dall’azione di governo in vista dell’ottimizzazione dell’utilizzo delle capacità dell’impresa e delle interazioni con i sovrasistemi. La precedente rappresentazione grafica evidenzia poi anche il ruolo di R* nella formazione del profitto; ricordando che ?(?) = ?? ∙ (? − ? ∗) La variazione nel profitto atteso con il passaggio da s11 a s12 può essere rappresentata graficamente come segue:
Con il passaggio al nuovo stato di equilibrio le due grandezze caratteristiche R* e TC subiscono la prima un decremento e la seconda un incremento: nella situazione 1 il profitto dell’impresa è rappresentato dall’area del rettangolo abcd data da TC11(R – R*11); nella situazione 2 il profitto dell’impresa è rappresentato dal rettangolo aefg data da TC12(R – R*12). Emerge dunque l’importanza del TC nell’azione dell’organo di governo volta ad incrementare il profitto dell’impresa, azioni che sovente investono i rapporti dell’impresa con i sistemi-mercato di collocamento e di fornitura. Anche R assume un significato notevole in relazione ai processi evolutivi del sistema impresa: ? = ? ∙ ? Una progettata variazione del ricavo unitario p dell’unità di mix si riflette sul tasso di contribuzione e quindi comporta il passaggio a un nuovo stato → occorrerà valutare l’effetto della variazione di prezzo sulle quantità vendute. Vediamo le possibili azioni che l’organo di governo può mettere in atto per valorizzare le capacità incorporate nell’impresa agendo sulle grandezze caratteristiche: 1. Azioni volte ad incrementare l’efficienza della sub – struttura, mediante meccanismi volti a sfruttare economie di apprendimento o a ridurre gli sprechi; 2. Azioni connesse al miglioramento della elasticità della struttura, mediante processi di auto organizzazione che influenzano R e TC generando cambiamenti di stato, in relazione a mutamenti del contesto; 3. Azioni volte ad aumentare le quantità prodotte e vendute → non vi è un cambiamento di stato, ma solo uno spostamento verso l’alto della retta dei ricavi attesi R → permane la struttura specifica S1. Per quanto riguarda le azioni volte al miglioramento dell’elasticità della struttura, tale miglioramento può conseguire a interventi sul lato dei mercati di collocamento o su quelli di fornitura: sui mercati di collocamento le capacità oggetto di utilizzo sono:
• Elasticità di prodotto: es: possibilità di inserire o eliminare un prodotto dal mix;
• Elasticità di mix: capacità di variare il peso relativo dei singoli prodotti;
• Elasticità di prezzo: capacità di governare nel tempo la differenza tra valore percepito dal cliente e prezzo praticato, incidendo su ambedue tali grandezze; per quanto riguarda i mercati di fornitura ci si può riferire ad una generica elasticità di approvigionamento → capacità di governare le relazioni tra impresa e sistemi di approvigionamento.
Le trasformazioni
Nel caso di trasformazioni strutturali, l’azione dell’organo di governo è più incisiva, andando appunto ad incidere sui CS → realizzazione di una nuova struttura specifica S2 che qualifica l’impresa al tempo T = 2 e alla quale viene ad associarsi una nuova legge dei cambiamenti di stato. Nella fattispecie delle trasformazioni non muta lo schema organizzativo di massima pur modificandosi la struttura specifica. Graficamente:
Esempio: attraverso una rinegoziazione dei debiti con la banca l’’organo di governo progetta una trasformazione strutturale che, in relazione al minor costo del capitale di credito, porta a una struttura diversa che si qualifica per consentire una dinamica evolutiva caratterizzata da minori oneri finanziari connessi all’indebitamento “strutturale” → l’impresa è così in grado di operare con minori oneri finanziari → alla struttura S2 è associata una nuova legge dei cambiamenti di stato qualificata da una minore entità dei costi di struttura → quindi si ha la contrazione dei CS che passano da CS1 a CS2 dove CS2<CS1 e si hanno più contenuti ricavi di equilibrio passando a S2.
La contrazione di CS può essere perseguita dall’impresa mediante azioni diverse:
• Es: sfruttamento delle economie di specializzazione connesse al ricorso all’esternalizzazione → quest’ultima consente lo sfruttamento di economie di scala mediante lo sfruttamento delle dimensioni e delle capacità produttive di altre imprese: questi processi di esternalizzazione possono essere letti come contrazione dei CS o come trasformazione di costi di struttura in costi di utilizzo: nel primo caso le negoziazioni con l’entità esterna dovranno tendere ad una risonanza cosicché l’entità esterna venga cooptata quale componente la struttura specifica; nel secondo caso il flusso di b/s può essere assicurato da variegate entità esterne, vi è una molteplicità di fornitori e a livello di tale molteplicità va ricercata una consonanza con adeguati meccanismi di mercato.
• Es: a livello finanziario, modificazione delle fonti di provvista con l’utilizzo di nuovi strumenti di finanziamento → la possibilità di mantenere la condizione di consonanza con migliori condizioni negoziali potrà riflettersi anche sull’indebitamento non strutturale e quindi sui costi di utilizzo → cambiamento di stato da s11 a s22 (adeguamento).
Le ristrutturazioni
Con esse l’organo di governo mette in discussione lo stesso schema organizzativo di massima, passando ad una nuova struttura specifica a cui è associata una nuova legge dei cambiamenti di stato. Questo processo trova possibilità di sviluppo nelle capacità del sistema e dell’organo di governo che esprimono l’abilità dell’impresa nel rinnovare le proprie competenze si fini della sostenibilità del vantaggio competitivo. Nella realtà però non sempre il sistema è in grado di assicurare la tempestiva impostazione di un nuovo schema organizzativo di massima; tale incapacità può essere dovuta a varie situazioni:
• L’organo di governo è strettamente vincolato dalle pressioni esercitate dalla proprietà;
• I sovra-sistemi inducono loro finalità senza però esercitare le corrette pressioni sul sistema impresa. La ristrutturazione viene spesso indicata con il termine “patologica” in quanto molto spesso discende dall’esterno dell’impresa, venendo dai sistemi L -1 o L + 1. Alcune considerazioni sul modello di analisi del processo evolutivo dell’impresa L’evoluzione del sistema impresa si manifesta in una successione di stati di equilibrio secondo leggi determinate dalle strutture specifiche che di volta in volta vengono a costituire la concretizzazione dello schema di organizzazione del sistema stesso. Tale successione consegue a modificazioni strutturali che si configurano ora come adeguamenti, ora come trasformazioni, ora come ristrutturazioni “fisiologiche”, ora come ristrutturazioni “patologiche” (trasformazione dell’identità e dunque della configurazione assunta dal sistema nel suo complesso. L’emergere di capacità sistemiche nella dinamica evolutiva del sistema impresa: la flessibilità e l’elasticità Approfondiamo ora talune capacità sistemiche di particolare significato per l’azione di governo del sistema: la flessibilità e l’elasticità. Una loro più puntuale qualificazione può essere perseguita ricordando che la dinamica evolutiva dell’impresa può aver luogo in condizioni di:
• Struttura specifica invariante;
• Struttura specifica variante in costanza della struttura ampliata;
• Struttura specifica variante con cambiamento della struttura ampliata. Nel primo caso l’organo di governo guida il sistema, attraverso la successione degli stati sij, verso quegli stati che si qualificano per più elevati livelli di efficienza, efficacia e valore. Le modificazioni della struttura specifica, invece, possono richiedere modifiche più o meno incisive dello schema organizzativo definito → la trasformazione può aver luogo a struttura ampliata invariante. Ma i processi di cambiamento della struttura specifica possono richiedere anche cambiamenti della struttura ampliata → ristrutturazioni.
La flessibilità
La flessibilità è espressione degli spazi di manovra di cui il sistema dispone in un dato momento della sua dinamica evolutiva e si qualifica quale capacità sistemica che consegue all’azione dell’organo di governo, il quale promuove e guida, attraverso relazioni e interazioni con la struttura operativa, una coerente dinamica strutturale in armonia alle attese e pressioni dei sovra sistemi rilevanti → capacità di risposta del sistema impresa alla complessità di contesto. Questo reticolo di relazioni si manifesta con modificazioni dello schema organizzativo definito.
La flessibilità preordinata
Una sua prima manifestazione di ha nella capacità dell’impresa di percorrere la sua dinamica evolutiva che si concreta nella successione di stati sij sottesi dalla struttura specifica Si → trova fondamenta nelle capacità di base della struttura specifica Si. Ma la complessità del contesto può richiedere modifiche della struttura specifica e quindi della sottesa legge dei cambiamenti di stato. La capacità sistemica di realizzare tale processo di mutazione è un’altra manifestazione della flessibilità preordinata → capacità di sostenere la dinamica evolutiva attraverso cambiamenti della struttura specifica, che possono verificarsi con struttura ampliata invariante. Ma la flessibilità preordinata ha un costo: ecco dunque che emerge un’altra importante funzione dell’organo di governo: dotare la struttura ampliata di una varietà di componenti, con le relative capacità sottese e le connesse relazioni, così da assicurare un corretto contenuto di flessibilità preordinata all’emergente sistema impresa. Contenuto di flessibilità che appare comunque condizionato dalla dinamica del contesto. Nel tempo la flessibilità preordinata esaurisce la sua capacità di risposta sia al dinamismo del contesto sia alle esigenze e prospettive di sviluppo dell’impresa → trova utilizzazione in ambiti temporali non troppo estesi, in quanto:
1. La variabilità del contesto potrebbe rendere obsolete e non più utilizzabili le riserve di possibilità incluse nella struttura ampliata;
2. L’organo di governo potrebbe avere la volontà di condurre l’impresa in nuovi contesti. In tali casi gli schemi organizzativi definiti implementabili su una data struttura ampliata possono dimostrarsi inadeguati → si rende allora necessaria una modifica della struttura ampliata → si palesa allora la flessibilità innovativa.
La flessibilità innovativa
Capacità dell’organo di governo e della struttura operativa, prima, a cogliere la necessità di modificare la varietà dei componenti e delle relazioni incluse nella struttura ampliata e, dopo, a implementare, attraverso uno schema organizzativo definito, una nuova struttura specifica. La flessibilità non può più essere ricercata nel ventaglio di possibilità incluse nella struttura ampliata, bensì nella capacità del sistema a generare processi di apprendimento, ossia processi creativi → capacità anche di anticipare quei cambiamenti che successivamente le sarebbero stati imposti. Considerazioni di sintesi
1. Nelle modificazioni della struttura specifica in costanza della struttura ampliata, la flessibilità assume carattere preordinato, essendo il risultato di capacità già incorporate nella struttura ampliata stessa.
2. Nelle modificazioni della struttura specifica che richiedono un cambiamento della struttura ampliata, la flessibilità assume un carattere innovativo. La flessibilità richiede poi la capacità dell’impresa di operare in ogni caso in condizioni di equilibrio finanziario → corrispondenza sincronica tra disponibilità di risorse monetarie e fabbisogni connessi alla dinamica evolutiva. L’elasticità Rappresenta la capacità del sistema a contenere i possibili scostamenti dai risultati attesi, espressi in sintesi dal TC, conseguenti, anzitutto, a dinamiche di contesto inerenti sia il collocamento degli output che la fornitura degli input. Tale capacità consegue, da un lato, alle capacità di base proprie della struttura specifica Si, dall’altro alle impostazioni negoziali che qualificano le relazioni e interazioni con le entità sistemiche esterne. Per quanto riguarda le capacità di base, assume rilievo la versatilità caratterizzante le componenti fisiche a carattere umano e tecnico = varietà di attività che una componente può svolgere senza incorrere in costi rilevanti del cambiamento o in perdite di qualità della prestazione. In merito alle impostazioni negoziali, queste possono condizionare il grado di variabilità del costo unitario di utilizzo della struttura consentendo un migliore adattamento del sistema alla dinamica del contesto. Con riferimento agli aspetti finanziari, l’elasticità finanziaria esprime la capacità del sistema a operare in condizioni di equilibrio finanziario con il mantenimento di una corrispondenza sincronica tra disponibilità di risorse e fabbisogni connessi all’operatività del sistema nello stato sij. I due significati di elasticità
1. L’elasticità come adattabilità dei flussi di servizi alle dinamiche aziendale e ambientali (es.: capacità di un impianto di soddisfare più livelli di domanda).
2. L’elasticità come sensibilità di una variabile dipendente rispetto alla dinamica di una variabile indipendente (es.: elasticità della domanda al prezzo). Elasticità ≠ Flessibilità Tipiche misure di elasticità
1. L’elasticità della domanda rispetto al prezzo
2. La leva operativa
3. La leva finanziaria
In generale, la capacità dell’impresa di manovrare le diverse forme di elasticità si riflette sul grado di sfruttamento delle opportunità di crescita e sulla mitigazione del rischio.