L’impresa come sistema meccanico

L’impresa come sistema meccanico: Taylor: analogia meccanicistica → propone una rappresentazione dell’impresa che pone maggiore enfasi sulla struttura (componenti e relazioni che tra queste di instaurano) piuttosto che sulle relazioni con l’esterno e dunque sulle proprietà emergenti del sistema. Taylor si sofferma soprattutto sul comportamento produttivo della manodopera operaia ed impiegatizia: osservando il lavoro degli addetti più qualificati, si può giungere a codificare una metodologia ottimale di produzione, che sarà trasferita, con opportuni programmi di formazione, agli operai meno qualificati; in questo modo, secondo Taylor, si possono apportare significativi miglioramenti della produttività complessiva dell’impresa → taylorismo e organizzazione scientifica del lavoro. Urwick e Gulick, sulla scia di Taylor, presero ispirazione dall’approccio riduzionistico e dalla visione meccanicistica, per lo studio dell’attività direzionale dell’impresa: dalle loro opere emerge una concezione dell’impresa come sistema chiuso, una macchina concepita e realizzata per operare secondo rigidi e deterministici schemi e procedure, il cui comportamento e la cui dinamica sono dunque completamente prevedibili; l’impresa sarebbe dunque in grado di funzionare indipendentemente dagli stimoli provenienti dall’ambiente esterno → l’attività organizzativa è dunque un lavoro di mera progettazione; separazione tra momento decisionale e momento esecutivo; la funzione di trasformazione di qualifica come funzione primaria, mentre le altre funzioni ( marketing, finanza, amministrazione, ecc.) sono considerate come di supporto. Il concetto di impresa come sistema meccanico si afferma nell’ambito di approcci riduzionistici con i quali si ipotizza, secondo una logica funzionale, la scomponibilità dell’impresa in singole componenti meccaniche; il governo dell’impresa è finalizzato alla ricerca della massima efficienza possibile nelle singole aree aziendali. Caratteristiche della logica meccanicistica: • Sistema tendenzialmente chiuso; • Forte determinismo; • Funzionamento determinato; Vantaggi della logica meccanicistica: • Facilità di rappresentazione; • Possibilità di ottimizzazione Svantaggi della logica meccanicistica: • Scarsa adattabilità a forti mutamenti di contesto; • Assenza di una visione olistica dell’impresa e del suo contesto. Tale concetto si realizza massimamente nella teoria (scientific managemente) di Taylor che si concentra soprattutto sul tema dell’efficienza della manodopera, efficienza che richiede una iperspecializzazione del lavoro nelle fabbriche: ogni addetto alla produzione deve svolgere, in modo ripetitivo, una funzione semplice e ben delimitata, al fine di: • Minimizzare gli errori umani; • Minimizzare gli sprechi; • Massimizzare la produttività; • Ridurre il costo medio di produzione attraverso lo sfruttamento delle economie di scala. Ne consegue che: • Gli obiettivi di efficienza (massimo risultato con il minimo sforzo) prevalgono sugli obiettivi di efficacia (ad es. in termini di soddisfazione di diversi segmenti di mercato); • I beni tangibili assumono maggiore importanza rispetto a quelli intangibili; • Sussiste un’elevata incidenza dei costi fissi sui costi totali. Indubbiamente il metodo di Taylor riscontrò un notevole successo (il prezzo di una Ford modello T è passato da 800 a 360 dollari); tale metodo ha una sua validità in determinati contesti: • Relativa stabilità di contesto; • Costante sviluppo dei mercati dei beni di laro consumo; • Eccedenza della domanda rispetto all’offerta; • Scarsa forza contrattuale dei consumatori rispetto alle imprese. Il taylorismo è poi influenzato dalle teorie economiche neoclassiche fondate su diverse ipotesi restrittive, come: • Razionalità assoluta degli operatori di mercato; • Trasparenza e efficienza dei mercati. Ma la tendenza verso la crescita della rende sempre più ardua la comprensione di fenomeni secondo approcci riduzionistici; inoltre l’intensificarsi della concorrenza e la riduzione della domanda rispetto all’offerta hanno provocato uno spostamento del focus strategico delle imprese → dall’orientamento al prodotto (con domanda > offerta) ad orientamento al mercato (con domanda < offerta)

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