Gli economisti classici e neoclassici

Gli economisti classici si interrogano su come si forma, si distribuisce e può aumentare nel tempo il prodotto di una nazione. L’aumento della ricchezza di una nazione dipende da : eccedenza del prodotto annuo (output) a ciò che è stato impiegato nel processo produttivo (input); se questo ” sovrappiù” viene risparmiato e poi investito accresce la capacità produttiva del sistema-> aumento della crescita e ricchezza del paese.

Adam Smith

Smith si interroga su come si genera la ricchezza di una nazione e su quali siano le sue cause. Per Smith il mercato, che è il luogo dove gli individui possono scambiarsi beni e servizi, ha un ruolo centrale in quanto è il motore della divisione del lavoro. Più il mercato è ampio, più i capitalisti aumentano la divisione del lavoro, aumenta anche la produttività dei lavoratori (a parità di numero dei lavoratori l’output è maggiore,in quanto si può specializzare e acquisisce maggiore destrezza su ciò che fa) e quindi aumenta la crescita economica. Il prodotto sociale è la somma dei salari, delle rendite e dei profitti, il sovrappiù è la differenza tra il prodotto sociale e il consumo dei lavoratori. Una volta che gli imprenditori capitalisti coprono tutti i costi, una quota del prodotto verrà risparmiato e destinato ad aumentare l’occupazione. La crescita dipende dal sovrappiù e da quanta parte di esso è risparmiata e accumulata, ossia reimpiegata nella produzione. La parsimonia dei capitalisti ha un ruolo centrale, infatti senza di essa non ci sarebbe occupazione.

Malthus

Malthus ha una visione più pessimistica rispetto a Smith, infatti lui tende a spiegare la povertà nel mondo attraverso la pressione demografica. Malthus analizza l’Inghilterra di fine Settecento periodo in cui la produzione stava crescendo, questa crescita ha portato un aumento dei salari, i matrimoni si svolgevano in età precoce che hanno portato un aumento del numero dei figli, la popolazione cresce in progressione geometrica mentre la produzione agricola in progressione aritmetica, c’è un eccesso di domanda di cibo, quindi vengono messe a coltura le terre meno fertili, questo genera un aumento dei prezzi dei beni agricoli che faranno aumentare le carestie-> aumento della mortalità-> ritorno della popolazione al livello preesistente.

Per Malthus è necessario un intervento pubblico per favorire l’equilibrio tra produzione e popolazione senza necessità di aumento della mortalità:

  1. Mantenere bassi i salari, cosicché non ci si sposi e non si facciano figli.
  2. Abolire le forme private e pubbliche di assistenza ai poveri.
  3. Gli uomini di una certa età dovrebbero astenersi dal matrimonio.

Ricardo

Secondo Ricardo la crescita dipende dall’accumulazione di capitale, che a sua volta dipende dal tasso di profitto ( quanto i capitalisti possono ottenere dai loro investimenti). Il profitto è determinato in maniera residuale ( dipende dall’andamento di rendite e salari ). Il salario è fissato ai livelli di sussistenza. La crescita della popolazione fa aumentare la domanda di cibo, vengono messe a coltura le terre meno fertili, i prezzi aumentano e così facendo si creerà un’eccedenza (rendita differenziale)–> i profitti (residuali) si riducono, si riduce l’incentivo a investire dei capitalisti e si raggiungerà uno stato stazionario con un investimento pari a zero.

Marx

La teoria marxista è in antitesi con quella degli economisti classici. Marx si concentra sul modo di produzione capitalistico: le merci prodotto hanno un valore superiore a quello del capitale iniziale ( plusvalore) e il lavoro è l’origine unica del plusvalore. Il sistema capitalistico è intrinsecamente instabile in quanto il plusvalore è distribuito principalmente ai profitti e non a chi ha generato quello stesso plusvalore–> aumento del saggio di profitto–> aumento del capitale. È una delle teorie più controverse che si possono recuperare nella sua opera ” la caduta tendenziale del saggio di profitto”.

Gli economisti neoclassici

Alla fine del Diciannovesimo secolo abbiamo avuto una rivoluzione marginalista, viene adottata un approccio soggettivista dove non si guardano le classi ma il singolo individuo. Si cercano leggi universali, equazioni matematiche. L’oggetto della teoria neoclassica è l’individuo razionale con risorse limitate che deve scegliere come allocarle.

Keynes

Secondo Keynes il motore della crescita sono gli investimenti, aprirà la strada alle teorie della crescita e dello sviluppo che si sono sviluppate dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Schumpeter

Schumpeter sottolinea l’importanza dell’innovazione del credito, infatti senza questi due elementi non potrà esserci lo sviluppo ( perturbazione dell’ equilibrio che altera e sposta lo stato di equilibrio precedentemente esistente). Il protagonista dello sviluppo è l’imprenditore, infatti è colui che produce nuovi beni, nuovi metodi di produzione, nuovi mercati e nuove fonti di approvvigionamento di materie prime.

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