Di fronte ad un manuale di diritto pubblico, privato, amministrativo, ecc. gli studenti si spaventano, intimoriti dal numero di pagine che dovranno studiare, pensando fin da subito di dover affrontare prettamente un esercizio di memoria.
In realtà, sebbene si tratti di materie molto nozionistiche, la memoria non è l’arma migliore da utilizzare per avere successo in questa tipologia di studi. Questo per due motivi fondamentali:
- la memoria non ci assiste nel lungo periodo: dopo massimo un mese le nozioni apprese diventeranno sfocate nella nostra testa, e scompariranno certamente di lì a poco; fatto non di poco conto, visto che molto spesso le materie sono tra loro propedeutiche, e le nozioni di diritto privato, ad esempio, saranno utilissime per facilitare lo studio di commerciale.
- Studiare a memoria è utile nell’ottica esclusiva del superamento dell’esame: ma non è neanche detto, perché se vi trovate di fronte ad un professore particolarmente pignolo o esigente, dopo solo una vostra frase, capirà che avete studiato a memoria, e andrà più a fondo, facendovi ragionare; e lì incontrerete la difficoltà maggiore: potete anche aver studiato a memoria tutto il manuale, ma state sicuri che di fronte ad una domanda di ragionamento vi ritroverete a far scena muta. Inoltre le nozioni che si apprendono all’università dovrebbero avere uno scopo ultimo che va al di là del semplice superamento dell’esame: quelle conoscenze vi potranno essere utili anche e soprattutto nella vostra successiva carriera professionale.
Capito dunque perché studiare a memoria non è una buona strada per affrontare un manuale di diritto, come prepararsi ad esami così ampi di contenuto? Innanzitutto dovete tenere in considerazione che quello che voi andate a studiare con i vari diritti, non sono i manuali in se stessi, bensì i codici che ne sono alla base: il diritto pubblico si basa sullo studio e sull’interpretazione della Costituzione, il diritto privato sul codice civile, diritto della crisi delle imprese sulla legge fallimentare, e via dicendo.
Quindi il solo manuale non basta: prendete il codice, interrogatevi di fronte ad ogni singola norma, chiedetevi quale sia la sua “ratio”, la sua ragione di esistere: perché il legislatore si è preoccupato di disciplinare con legge questo fatto? Senza questa norma, come sarebbe il nostro ordinamento? E via dicendo. In questo modo non dovrete studiare a memoria il testo della norma per ricordarne il contenuto, e l’unico sforzo di memoria che dovrete fare sarà quello relativo all’accoppiata tra contenuto e numero della norma che ne parla.
Così di fronte ad una domanda che vi vorrà far ragionare farete un figurone, e quella nozione appresa vi rimarrà per sempre, sarete in grado di riconoscerla anche nei vostri studi successivi, e magari vi sarà utile anche nella vostra vita professionale futura.