Lavorare e studiare: è davvero fattibile?

Lavorare e studiare contemporaneamente sarebbe l’ideale per moltissimi studenti universitari, che non se la sentono di far gravare ancora sui loro genitori le spese per i libri e in generale per il mantenimento dei loro studi, o semplicemente vogliono finanziarsi autonomamente sfizi e uscite.

Ma è possibile fare ciò senza rinunciare a prendere la laurea in tempi standard, e quindi senza inficiare eccessivamente il tempo necessario allo studio? Sicuramente la situazione varia da caso a caso, in base a diverse circostanze: la vicinanza o meno dall’università, l’impegno che il corso di studi richiede, i giorni lavorativi in cui occorre seguire le lezioni, la presenza dell’obbligo di frequenza o meno e via dicendo.

Ma la cosa più importante al fine di rendere possibile lavorare e studiare assieme è la possibilità di trovare occupazioni effettivamente fattibili: l’ideale sarebbe certamente lavorare la sera, anche se c’è chi per andare a lezione deve alzarsi molto presto la mattina, quindi magari sarebbe preferibile nel fine settimana.

Ma quanto è difficile trovare un lavoro solo serale, solo per il fine settimana, che non richieda esperienze o titoli specifici?

Ci si ritrova così a 24-25 anni, con in mano una sola laurea senza alcuna esperienza, non a causa dell’inerzia dei giovani, bensì a causa dell’impossibilità di coniugare studi e lavoro e alla scarsa attenzione che le università danno al lavoro stesso: lo studio è senz altro importante, ma perché occupare i ragazzi cinque giorni a settimana se non sei, senza dare loro la possibilità né di trovare lavoro autonomamente né tantomeno di partecipare a stage che l’università stessa dovrebbe prevedere?

Come possiamo maturare quell’esperienza da ogni datore di lavoro richiesta, se lo studio ci occupa 24 ore su 24, 7 giorni su 7?

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