L’idea imprenditoriale
Sotto un profilo generale l’idea imprenditoriale è il portato della riflessione del soggetto decisore circa le specificità che concorrono a definire la posizione di vantaggio competitivo dell’impresa rispetto ai concorrenti; è dunque una congettura del soggetto decisore in merito alle future vie imprenditoriali percorribili dal sistema vitale che ne discenderà.
L’idea imprenditoriale si compone di una parte esplicita = disegno strategico dalle linee chiare basato su idee preordinate e di una parte implicita = disegno strategico nascosto del decisore.
L’idea imprenditoriale è fortemente influenzata dalla storia dell’impresa e da quella del decisore, si qualifica come spinta alla nascita e al cambiamento dell’impresa, muta nel tempo per effetto delle performance raggiunte, di cambiamenti di contesto, ecc.
Lo schema organizzativo di massima
Descrive il ciclo produttivo input-trasformazione-output che caratterizza l’impresa in un certo arco temporale. La scelta di quali processi inserire nello schema organizzativo di massima discende da:
• idea imprenditoriale;
• patrimonio conoscitivo;
• lungimiranza del decisore;
• caratteristiche di contesto.
La variazione di uno dei suddetti elementi determina un cambiamento nello schema organizzativo di massima. Ogni processo è formato da una serie di attività la cui finalità è la produzione di un output unico
→ problema dei centri di responsabilità deputati al loro svolgimento.
➔ Problema della progettazione dei ruoli e delle capacità necessarie a supportare lo svolgimento dei processi
➔ Problema dell’individuazione delle entità esterne fornitrici degli input o acquirenti degli output (tematica dei confini): può essere affrontata su due livelli: a livello strutturale il confine si qualifica come linea di demarcazione tra i processi che si ritiene debbano qualificare l’impresa e quelli che si ritiene possano essere implementati da entità sistemiche terze; a livello sistemico il confine è il
portato dell’azione di governo e dei processi di auto-organizzazione della struttura operativa nella ricerca di condizioni di consonanza e di risonanza nei rapporti tra l’impresa e i sovra-sistemi: l’attenzione dei decisore si sofferma sul governo dei confini del sistema impresa.
Lo schema organizzativo di massima tende ad essere piuttosto stabile nel tempo, in quanto varia a seguito di ristrutturazioni industriali. Gli elementi che lo caratterizzano sono: input i-esimo Ri, processo i-esimo Pi, attività i-esima Ai sottesa a Pi, output i-esimo Oi:
idea imprenditoriale → schema organizzativo di massima =
La struttura logica
Lo schema organizzativo di massima consente di individuare la struttura logica, espressione di un insieme di componenti logiche, idonee a svolgere un determinato ruolo, nel rispetto di regole prefissate e sulla base di legami/relazioni con altre componenti.
Il ruolo di ogni componente discende dall’individuazione di:
➔ Insieme di input che può o deve ricevere;
➔ Insieme di output che può o deve generare;
➔ Criteri di trattamento degli input;
➔ Relazioni con altre componenti.
Unità organizzative = componenti il cui ruolo prevalente consiste nel gestire i rapporti con le entità sistemiche terze. Es: componente con funzione di controllo del rispetto delle regole e dei vincoli imposti dai sovra-sistemi o dall’organo di governo. La struttura logica è dunque la premessa della possibilità per l’impresa di poter raggiungere consonanza e risonanza con l’ambiente esterno.
Ma la struttura logica non riguarda solo la specificazione delle componenti e il ruolo ad esse assegnato, ma anche i legami tra le varie componenti, che possono essere: impossibili, per impossibilità logica di concepire il legame, per scelta, oppure per impossibilità del decisore di ravvisarlo; possibili, che in genere sono
reciproci, ma potrebbero qualificarsi anche per una più o meno marcata asimmetria → rispetto a: intensità: frequenza media di attivazione del legame tra due componenti logiche; pressione: riferibile alla capacità di
una componente di esercitare un’influenza più o meno forte sullo svolgimento del ruolo proprio di un’altra componente.
Simboli: r = legame possibile; Ci = i-esima componente; Ø = legame impossibile
La struttura fisica
Il disegno della struttura logica è il presupposto per qualificare la struttura fisica. Questa rappresenta l’impresa quale complesso di componenti fisiche dotate di capacità adeguate a supportare lo svolgimento dei ruoli previsti nella struttura logica e quindi l’attivazione dei processi definiti nello schema organizzativo di massima. Ogni componente fisica va analizzata in relazione alle altre componenti fisiche.
Distinguiamo le componenti fisiche in:
➔ Capacità tecniche: mezzi strumentali idonei a supportare almeno una fase della lavorazione (es:
macchinari);
➔ Capacità umane: capacità di saper fare e sapere essere (es: capacità di relazione del personale);
➔ Capacità finanziarie: capacità e composizione dei fondi che l’impresa ritiene necessari per poter
svolgere i processi indicati nello schema organizzativo di massima (es: capitale spendibile attuale o
potenziale);
➔ Altre capacità.
Le connessioni possono avvenire anche tra componenti fisiche sottese a diverse componenti logiche: per evitare conflittualità occorre una coordinazione; ecco che la qualificazione della struttura fisica dalla struttura logica determina anche il conseguimento e il mantenimento di condizioni di equilibrio organizzativo.
La struttura ampliata
La composizione della struttura ampliata richiede l’individuazione delle entità esterne, potenziali fornitrici degli input ed acquirenti degli output evidenziati nello schema organizzativo di massima. L’individuazione delle entità si basa su: una dimensione strutturale, che si sofferma sulle componenti e relazioni che qualificano una data entità; una dimensione sistemico-comportamentale, che considera le entità insieme al ruolo da svolgere, ai comportamenti esprimibili e alla pressione che potrebbe esercitare.
Dopo l’individuazione, occorre specificare le connessioni tra le componenti della struttura fisica e tali entità esterne: vanno esplicitate le componenti logiche dell’entità esterna con le quali la o le componenti fisiche debbono rapportarsi.
Tali relazioni hanno conseguenze in termini di regole e vincoli, con riferimento a:
• Processi decisionali con i conseguenti effetti sulla capacità di risposta alla concorrenza e sui processi di cambiamento;
• Valutazione della capacità di pressione che una data entità di contesto potrà esercitare sull’impresa;
• Esigenze di coordinamento tra componenti potenzialmente in conflitto e dalle quali si attende invece un effetto sinergico.
Quindi la struttura ampliata concretizza la capacità di apertura che esprime la potenzialità dell’emergente sistema a rapportarsi con l’esterno.
Gli elementi della struttura ampliata sono: ci(n) (componente fisica i-esima deputata a supportare la componente logica n-esima), Ei (entità sistemica esterna i-esima), ck (Ei) (componente logica k-esima sottesa a Ei).
Dalla struttura ampliata alla struttura specifica attraverso lo schema organizzativo definito
Struttura specifica: esprime quel complesso di capacità che consente di supportare lo svolgimento dei ruoli indicati nella struttura logica e quindi, attraverso l’attivazione dei processi individuati nello schema organizzativo di massima, una dinamica evolutiva del sistema foriera di implementare la sua probabilità di
sopravvivenza → Si = struttura specifica che l’organo di governo progetta per consentire il miglior utilizzo delle capacità incorporate, in un determinato tempo T, grazie alla successione di stati del sistema sij → tutto questo mediante lo schema organizzativo definito.
La dimensione contabile della struttura specifica:
• Costi di struttura: sono connessi all’insieme delle capacità incorporate nel sistema attivate e attivabili; in primo luogo, dipendono dalla struttura fisica (costi del personale, ammortamenti di immobilizzazioni, oneri finanziari dovuti all’indebitamento durevole ecc.); – in secondo luogo, dipendono da relazioni intense e stabili con entità sistemiche esterne; -assumono un’elevata valenza strategica;
• Costi di utilizzo: – sono connessi all’utilizzo delle capacità incorporata nel sistema impresa; – in primo luogo, dipendono dallo sfruttamento delle capacità presenti nella struttura fisica (ad esempio: sfruttamento della capacità produttiva di un impianto); – in secondo luogo, dipendono dallo sfruttamento delle capacità presenti in entità sistemiche esterne (ad esempio: sfruttamento della capacità produttiva di un fornitore).
Le modificazioni strutturali:
Idea imprenditoriale → struttura specifica → emersione del sistema; ma il processo non finisce qui: l’organo di governo può decidere di rivisitare il sistema impresa secondo una logica di ciclo o di riciclo →
decisioni di adeguamento, trasformazione e ristrutturazione.
• Adeguamenti: si sviluppano a livello di gestione operativa dell’impresa. Comportano effetti sui ricavi e/o sui costi di utilizzo. Non comportano effetti sui costi di struttura. Sul piano economico gli adeguamenti si riflettono sul differenziale tra prezzo unitario di vendita e il costo unitario di utilizzo.
Adeguamenti migliorativi: adeguamenti che incrementano la differenza tra il prezzo unitario di vendita e il costo unitario di utilizzo. Adeguamenti peggiorativi: adeguamenti che riducono la differenza tra il prezzo unitario di vendita e il costo unitario di utilizzo.
• trasformazione: rivisitazione dello schema organizzativo definito; le trasformazioni derivano da decisioni strategiche assunte dall’organo di governo. In alcuni casi le trasformazioni si realizzano in costanza della struttura ampliata; in altri, determinano un cambiamento della struttura ampliata.
Comportano sempre effetti (positivi o negativi) sui costi di struttura.
• ristrutturazione fisiologica: rivisitazione dello schema organizzativo di massima;
• ristrutturazione patologica: rivisitazione dell’idea imprenditoriale.